Molti si domandano cosa sia passato nella mente di un arbitro quando fischia qualcosa che non c’è oppure perde un’infrazione che vedono tutti. La cosa potrebbe fare anche sorridere o disperare a seconda dell’angolazione da cui la volete guardare. In alcune situazioni, parlare di errore di valutazione può sembrare paradossale: spesso la differenza tra percezione della realtà (decisione) e ciò che accade realmente purtroppo è enorme.
La percezione è un processo di elaborazione dei dati sensoriali provenienti dall’esterno e la loro traduzione in informazioni più complesse da affidare alle “funzioni cognitive”. Non è una risposta passiva, frammentata e automatica, ma una organizzazione diretta ed attiva dei dati. L’arbitro deve gestire molte situazioni complesse in cui le informazioni arrivano attraverso occhi ed orecchie, all’interno di uno spazio tridimensionale ed in funzione del tempo: quello reale scandito dagli strumenti; quello emozionale condizionato dallo stato d’animo; quello di percezione degli oggetti, come e a che velocità si muovono e cambiano posizione.
Questo processo complesso richiede la capacità di esprimere ipotesi su quanto accade: l’elaborazione di tutte le informazioni -associate a conoscenze ed esperienze- producono scelte. Ad ogni scelta dovrebbe corrispondere una decisione (fischio-non fischio) connessa con la realtà. Nel gioco accadono comunque situazioni che superano i limiti percettivi: in questo caso un aiuto può arrivare dalla visione delle riprese televisive, ma i limiti imposti dal protocollo o dalla bidimensionalità delle immagini spesso non riescono a sciogliere tutti i dubbi.
Ad ogni livello dovrebbe corrisponde un grado di conoscenza e capacità tale da poter gestire la maggior parte delle situazioni: basterebbe fermarsi un attimo per capire cosa sta accadendo intorno; il fatto di lavorare in una squadra contribuisce ad aumentare i punti di vista e dal confronto dovrebbe germogliare il seme dell’equità. Il problema è ovviamente capire di aver commesso una topica e se possibile correggere l’errore! Far finta di niente, tirare dritto, vendere il fischio, non chiedere o ascoltare, possono essere un immediato analgesico, ma senza una cura specifica in breve tempo il dolore tornerà, probabilmente più forte.
Le clip mostrano un crescendo di percezioni errate dove l’interpretazione e la scelta conseguente portano ad una decisione, oggettivamente, sbagliata. La proposizione “spesso fisica” del fischio sottrae lucidità e capacità, contribuisce ad inibire un eventuale aiuto, ma soprattutto non convince nessuno! Se non se stessi. In ogni situazione un piccolo aiuto de compagni avrebbe potuto contribuire a correggere o non commettere l’errore: fidatevi!
A certi livelli la televisione ed il web diffondono le immagini in ogni angolo del pianeta, spesso con l’intento di esporre i protagonisti al pubblico ludibrio; dal canto nostro anche questa volta cercheremo di dare spunti e suggerimenti per limitare o correggere percezioni errate, sempre nell’ambito delle regole. E’ necessario capire e sviluppare conoscenze e strategie efficaci per non disorientare il nostro sistema percettivo ed indurlo a cadere in errore. Bisogna acquisire le competenze sulle modalità di percezione del mondo esterno in considerazione degli strumenti a disposizione. Si deve essere in grado di percepire la realtà non solo da un punto di vista soggettivo, ma anche oggettivo, nella consapevolezza che tutto è relativo e non ha valore universale. L’obiettivo è crescere, superando se stessi, estendendo i propri limiti, modificando gli angoli di visuale su noi stessi e sugli altri, stimolando il cambiamento.
Clip 1 – Interferenza difensiva
Il tiro di 24bianco viene stoppato da 0blu in parabola ascendente e prima che la palla abbia toccato il tabellone; una violazione di interferenza viene sanzionata da parte dell’arbitro centro. Il fischio arriva in ritardo rispetto all’azione legale di 0blu. La segnalazione “forte” del centro spegne la corretta valutazione del coda che fa un cenno di assenso col capo, ad avallare la legalità della stoppata di 0blu. Nella palla morta seguente una comunicazione del coda verso il compagno potrebbe riparare all’errore, ma potrebbe mancare il coraggio di aiutare il compagno a correggere. La palla attribuita con la freccia di possesso alternato sarebbe andata alla squadra blu, ma il canestro inopinatamente convalidato sarebbe stato correttamente cancellato. Non sappiamo se l’allenatore blu nel breve colloquio con l’arbitro abbia richiesto la visione dell’IRS, comunque non previsto dal protocollo in questo momento della partita.
Clip 2 – Violazione di passi
A pochissimi secondi alla fine della partita, la squadra blu è sotto di 2 punti; 11blu salta per un tiro da 3 punti e 6giallo, anche se in ritardo, chiude col braccio sinistro lo spazio di tiro. 11blu per non prendere la stoppata lascia cadere la palla sul terreno di gioco. Avendo rilasciato il pallone dopo aver alzato il piede perno 11blu commette violazione di passi. L’arbitro coda in ottima posizione dopo aver alzato il braccio destro ad indicare il tentativo di tiro, perde la violazione di passi, poi si piega sulle gambe ed indica con entrambe le braccia un punto immaginario sul terreno. 11blu riprende la palla e scocca il possibile tiro per la vittoria che rimbalza sull’anello. Apprezzabile sullo sfondo l’arbitro centro che dopo aver segnalato anche lui il tentativo di tiro da 3 abbassa il braccio e probabilmente confortato dalla mimica “sicura” del compagno più vicino non fischia la violazione in aiuto, ribadendo poi un timido segnale sul successivo tentativo di tiro da 3. L’azione di 11blu non può essere considerata presa difettosa ed un eventuale tocco del pallone sulla gamba del difensore, comunque già uscita dalle mani dell’attaccante, non deve cambiare la valutazione sulla violazione commessa. Mancando il fischio, nessuna decisione può essere presa per correggere l’errore: e se il successivo tentativo di tiro fosse stato realizzato? Si poteva solo chiedere scusa!
Clip 3 – Fallo in attacco
2bianco in contropiede arriva nel cuore dell’area si arresta e tira; mentre la palla si adagia dolcemente nella retina l’arbitro guida fischia un fallo in attacco al 2bianco, reo di aver spinto il 6rosso. La grande enfasi messa nel fischio e nella segnalazione tolgono lucidità e concentrazione: basterebbe fermarsi un attimo per capire che nessuno ha capito! Il 6rosso è convinto che il fallo sia stato sanzionato contro di lui, salvo poi capire la realtà e defilarsi immediatamente insieme ai compagni vicini all’azione. Nessun aiuto arriva dagli altri due arbitri, magari spenti dalla “sicurezza” del segnale? Una breve analisi della giocata, da parte degli arbitri, o anche solo una domanda sul momento del contatto in relazione al tiro, avrebbe potuto accendere una lampadina per correggere il chiaro errore. Anche se probabilmente siamo davanti ad una situazione di “no call”, Il fallo fischiato al 2bianco non può essere cancellato, ma visto che il contatto avviene decisamente dopo il rilascio del pallone per il tiro i 2 punti dovevano essere convalidati. Il gioco doveva essere ripreso, dopo la registrazione del fallo e del canestro, con una rimessa dal fondo rossa per il canestro subito – squadra bianca non ha esaurito le penalità nel periodo, con 24” sul display.
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