5 anni di weref e di final8!


Sono passati ormai 5 anni da quando weref.it ha iniziato a parlare e discutere di regole. Avevamo iniziato proprio al Forum di Assago nell’ormai lontano 2016. Questo sarà il primo anno in cui non potremo partecipare dal vivo ad un evento a cui siamo sempre stati presenti dal vivo: non temete, saremo comunque presenti sul nostro canale facebook praticamente in diretta, per poi discutere dei momenti più salienti anche sul blog. Buone Final8 a tutti!




Grazie, solo e semplicemente grazie

Rubo un po’ di spazio “editoriale” per ringraziare tutti quelli che ci seguono, dando un senso alla nostra presenza in rete. Grazie di cuore!




Chi cerca trova


Cosa è successo: 34blu riceve fuori dall’arco, 21bianco lo insegue in netto ritardo. Mentre 34blu tira, il difensore salta scoordinato nel tentativo di impedire il tiro. 21bianco attraversa uno spazio di campo assolutamente libero da avversari e prima di atterrare impatta sulla gamba destra di 34blu decisamente fuori dal cilindro del tiratore. Entrambi i giocatori finiscono sul parquet. Arbitro coda e centro fischiano un fallo indicato come fallo dell’attaccante, il pallone non entra nel canestro.

Alla fine del secolo scorso alcuni giocatori avevano sviluppato una particolare abilità nell’agganciare con un braccio un avversario e dopo averlo tirato verso di loro si lasciavano cadere per “rubare” un fallo all’arbitro distratto: ci trovammo senza accorgercene davanti ai precursori del fake. Nella prima decade del terzo millennio l’evoluzione del gioco ha portato i difensori a cercare nuove strade per ottenere un vantaggio in una situazione che spesso li vedeva in svantaggio: frequentemente nelle situazioni di contatto in movimento tra attacco e difesa, questi ultimi uscivano spesso penalizzati da un fischio. Una volta capito che prendendo un contatto, anche leggero, sul petto la chiamata poteva essere rovesciata, i difensori hanno cominciato a lasciarsi cadere, affinando sempre più il “tuffo” all’indietro e riuscendo a collezionando falli a favore e palle recuperate! Anche se non proprio velocemente, l’arbitraggio si è adeguato a quanto accadeva, riuscendo a proporre nel tempo una crescita continua nella qualità delle letture e limitando molto gli errori. Con lo spostamento del gioco dal pitturato al perimetro, il “flopping” da parte dei difensori è diminuito in modo consistente. Il proliferare del tiro da tre ha creato nuove situazioni di contatto tra tiratore e difensore, complicate da leggere e arbitrare, specialmente quando entrambi i giocatori sono in aria e le loro gambe si toccano. Molti attaccanti hanno capito che allargare o allungare una gamba può ingannare anche l’arbitro più esperto se questi non è attento e concentrato su tutta la giocata.

Ci sono delle differenze sostanziali nella valutazione dei contatti tra giocatori in movimento e giocatori in aria; restano validi i principi di posizione legale di difesa, cilindro e verticalità, ma a questo va aggiunto che una volta spiccato il salto ogni giocatore ha diritto di atterrare in un punto che al momento del salto non fosse occupato da altri giocatori. Ovviamente quando le traiettorie si incontrano (o scontrano) gli arbitri devono determinare chi si sia mosso per primo verso una direzione e chi sia responsabile del contatto.

Nella clip è evidente che il 21bianco, ancorché in ritardo, occupa uno spazio libero, anche nella sua traiettoria di volo. Mentre il 34blu va fuori equilibrio in un tiro scoordinato ed allungando la gamba destra va a creare un contatto con le gambe del 21bianco causandone la caduta sul parquet. 34blu è responsabile del contatto ed il danno provocato all’avversario richiede assolutamente un intervento arbitrale. Al momento del contatto 34blu ha già rilasciato il tiro e pur essendo ancora un giocatore in atto di tiro, la sua squadra non è più in controllo di palla: quindi il suo fallo non può essere un fallo in attacco. Se il tiro finisse eventualmente nel canestro questo sarebbe da convalidare!

Se sanzionato, erroneamente, in attacco il fallo del 34blu dovrebbe avere come sanzione una rimessa per la squadra bianca ed un eventuale canestro andrebbe annullato. Spesso e volentieri accade comunque che il fallo, inizialmente sanzionato come di un attaccante, sia riclassificato come un normale fallo di un giocatore della squadra non in controllo di palla e quindi sanzionato con una rimessa perimetrale o con due tiri se la squadra ha esaurito le penalità per falli nel quarto. A nostro avviso questi contatti meritano una più approfondita lettura, sia della dinamica del contatto sia sulle modalità in cui avvengono. Se estendere la gamba può essere parte dell’equilibrio di tiro o dello show individuale del giocatore, sapere che un eventuale impatto possa creare un danno e magari un infortunio di un avversario, deve far parte del bagaglio di conoscenza di ogni giocatore. Se poi il movimento è fatto anche per ottenere una chiamata di fallo a proprio vantaggio, questa azione si può configurare tranquillamente nelle situazioni di fallo antisportivo: ovviamente se e solo se vi sia contatto tra i giocatori.

Siamo convinti che una più consistente lettura di questi contatti ed una più restrittiva classificazione del contatto nei criteri del fallo antisportivo, ne diminuirebbero radicalmente l’uso ed a volte l’abuso da parte dei tiratori. Vi ricordiamo che un tentativo di ricerca del fallo senza contatto andrebbe sanzionato con un richiamo o in casi estremamente plateali direttamente con un fallo tecnico.

Di questa clip abbiamo parlato con Tommaso Tani nel “4° angolo” Rubrica di tecnica arbitrale di 3PO Podcast!




Il rovescio della medaglia



Il rovescio della medaglia.
Se ogni tanto gli attaccanti cercano di rubare un fallo allargando una gamba ed andando alla ricerca di un improbabile contatto falloso, ben più problematica da gestire è la situazione in cui il difensore va ad occupare lo spazio di ricaduta del tiratore, commettendo un “landing foul”. Abbiamo trattato nell’ultimo post diritti e doveri dei giocatori che staccano i piedi dal terreno ed in volo ritornano dove hanno saltato oppure atterrano in un punto del campo che era libero al momento del salto. Se nelle situazioni di “spread off leg” i giocatori possono cadere dopo essersi toccati in volo, la situazione di “landing foul” presenta molti più rischi e possibilità di infortunio per il giocatore che finisce per “inciampare” su uno o entrambi i piedi del difensore anziché trovare, all’atterraggio, una superficie regolare e piana come il parquet. Chiunque abbia giocato a pallacanestro, avrà provato quanto sia doloroso prendere una storta alla caviglia: atterrare su un piede di un avversario può essere molto pericoloso e gli infortuni oltre che alle caviglie possono riguardare tutte le articolazioni e anche la schiena.

Cosa è successo:

  • Clip 1 – 15rosso palleggia sull’arco da tre punti, si arresta e tira, 22giallo salta per contrastare il tiro ma finisce sotto i piedi dell’avversario. L’arbitro sanziona fallo sul tiratore: 3 tiri liberi.
  • Clip 2 – 14bianco palleggia e si arresta per un tiro da 3pt, 10nero salta per contrastare il tiro e ricadendo va ad urtare l’avversario. L’arbitro sanziona fallo sul tiratore: canestro valido da 3pt e 1 tiro libero aggiuntivo.

Nella prima clip il difensore, nettamente in ritardo arriva con un piede sotto il piede destro del tiratore che non è ancora tornato con entrambi i piedi per terra, il canestro non viene realizzato. L’intervento difensivo potrebbe diventare pericoloso per l’attaccante anche in relazione al fatto che il difensore ruota su se stesso andando a invadere il cilindro dell’avversario.

Nella seconda clip il difensore oltre ad essere in ritardo è anche fuori equilibrio; il contatto falloso procurato avviene quando il tiratore ha messo entrambi i piedi in terra, il canestro sarà comunque da convalidare, ma il fallo sanzionato comporterà una rimessa laterale bianca perché l’atto di tiro si è ormai concluso. Se la squadra nera fosse stata in penalità nel quarto allora il fallo avrebbe avuto come sanzione due tiri liberi.

In entrambe le situazioni, i contatti fanno parte del gioco e del ritardo dei difensori; ci sono purtroppo alcune giocate in cui il difensore “camminando” si mette proprio sotto il punto di ricaduta e le conseguenze del fallo sono pericolose. Questo tipo di azione si configura nei criteri del fallo antisportivo o da espulsione, in relazione alle modalità in cui si svolge. Curiosamente la FIBA ha inserito questo criterio non nell’articolo 37 o 38, ma nell’articolo “33.6 Giocatore in aria”: creando di fatto sesto criterio per la valutazione del fallo antisportivo.

Questa tipologia di contatto deve essere sanzionata consistentemente e ne deve essere limitato l’abuso da parte dei difensori, soprattutto nelle condizioni in cui il contatto possa provocare un infortunio grave dell’avversario. I giocatori sono il bene primario della pallacanestro e devono essere adeguatamente protetti (dagli arbitri), ma il rispetto degli avversari deve essere un dogma per qualunque giocatore!

Abbiamo parlato di questa clip con Tommaso Tani nel “4° angolo” Rubrica di tecnica arbitrale di 3PO Podcast!




Facciamo due salti?

I giocatori saltano! Le quattro clip che proponiamo oggi sono molto interessanti, perché la giocata è talmente inaspettata da portare gli arbitri a non fischiare?


11blu riceve un passaggio e si prepara per tirare in sospensione da 3 punti. Dopo che 11blu ha staccato i piedi da terra un difensore prova a stoppare il tiratore, senza toccare né la palla, né il corpo dell’avversario. Per evitare la stoppate 11blu lascia cadere la palla sul parquet. Una volta atterrato, 11blu raccoglie la palla e tira da tre punti.    –  Violazione / nessun fischio –


25 bianco vuole tirare da tre punti in sospensione. Dopo aver staccato i piedi da terra, lo stesso 25 bianco si accorge dell’arrivo del difensore e, per evitare la stoppata, rinuncia al tiro e prima di tornare con i piedi sul terreno con un passaggio sbilenco indirizza la palla verso un compagno.    –  Legale  –


25 bianco prende il rimbalzo sul tiro da tre di 0bianco. L’intenzione è probabilmente quella di tirare immediatamente a canestro: ma il movimento viene interrotto. 25bianco salta e riatterra con la palla in mano. Subito dopo l’atterraggio apre il palleggio per poi concludere a canestro.  –  Violazione / nessun fischio  –


16rosso riceve un passaggio e prova ad andare immediatamente al tiro, disturbato da 0bianco. Dopo aver staccato i piedi da terra  lancia la palla sul parquet. 0bianco non tocca o è toccato dalla palla, mentre  una volta ritornato sul terreno 16rosso raccoglie la palla ed effettua il tiro.   –  Violazione / nessun fischio  –

Un giocatore con la palla in mano può saltare; una volta staccato il piedo perno da terra, prima di riappoggiare il piede:

  • può passare o tirare
  • non può palleggiare. Se il palleggio viene aperto dopo che il piede perno è stato alzato da terra, viene commessa una violazione di passi.

Se il giocatore perde il controllo del pallone, nessuna violazione viene commessa.

Guardando le clip, molti hanno commentato: il giocatore si è liberato della palla prima di ricadere per terra. Questo cosa signifca? Ha fatto un tiro? Ha passato la palla? Gli è sfuggita la palla? Ci sono poi altre opzioni: cosa succede se un avversario tocca o è toccato dalla palla? Noi pensiamo che se un giocatore lascia cadere il pallone dopo aver spiccato il salto, sta palleggiando. Un palleggio: è un movimento causato da un giocatore in controllo di palla viva
che la lanci, batta, rotoli o faccia rimbalzare sul terreno” (RT. 24.1.1)

Gli arbitri devono leggere la giocata e riconoscere il movimento del giocatore, come quando devono valutare l’atto di tiro dopo aver chiamato un fallo.  Per un arbitro è inutile agitare le braccia per comunicare a tutti di aver visto! L’accettazione di un gesto o di un fischio dell’arbitro non significano che la scelta sia corretta.

 




Grazie Eurosport

 

Vogliamo pubblicamente ringraziare Eurosport  per aver concesso a weref.it  l’autorizzazione ad usare le clip tratte dalle partite trasmesse sul player.

 




Percezione

Molti si domandano cosa sia passato nella mente di un arbitro quando fischia qualcosa che non c’è oppure perde un’infrazione che vedono tutti. La cosa potrebbe fare anche sorridere o disperare a seconda dell’angolazione da cui la volete guardare. In alcune situazioni, parlare di errore di valutazione può sembrare paradossale: spesso la differenza tra percezione della realtà (decisione) e ciò che accade realmente purtroppo è enorme.

La percezione è un processo di elaborazione dei dati sensoriali provenienti dall’esterno e la loro traduzione in informazioni più complesse da affidare alle “funzioni cognitive”. Non è una risposta passiva, frammentata e automatica, ma una organizzazione diretta ed attiva dei dati. L’arbitro deve gestire molte situazioni complesse in cui le informazioni arrivano attraverso occhi ed orecchie, all’interno di uno spazio tridimensionale ed in funzione del tempo: quello reale scandito dagli strumenti; quello emozionale condizionato dallo stato d’animo; quello di percezione degli oggetti, come e a che velocità si muovono e cambiano posizione.

Questo processo complesso richiede la capacità di esprimere ipotesi su quanto accade: l’elaborazione di tutte le informazioni -associate a conoscenze ed esperienze- producono scelte. Ad ogni scelta dovrebbe corrispondere una decisione (fischio-non fischio) connessa con la realtà. Nel gioco accadono comunque situazioni che superano i limiti percettivi: in questo caso un aiuto può arrivare dalla visione delle riprese televisive, ma i limiti imposti dal protocollo o dalla bidimensionalità delle immagini spesso non riescono a sciogliere tutti i dubbi.

Ad ogni livello dovrebbe corrisponde un grado di conoscenza e capacità tale da poter gestire la maggior parte delle situazioni: basterebbe fermarsi un attimo per capire cosa sta accadendo intorno; il fatto di lavorare in una squadra contribuisce ad aumentare i punti di vista e dal confronto dovrebbe germogliare il seme dell’equità. Il problema è ovviamente capire di aver commesso una topica e se possibile correggere l’errore! Far finta di niente, tirare dritto, vendere il fischio, non chiedere o ascoltare, possono essere un immediato analgesico, ma senza una cura specifica in breve tempo il dolore tornerà, probabilmente più forte.

Le clip mostrano un crescendo di percezioni errate dove l’interpretazione e la scelta conseguente portano ad una decisione, oggettivamente, sbagliata. La proposizione “spesso fisica” del fischio sottrae lucidità e capacità, contribuisce ad inibire un eventuale aiuto, ma soprattutto non convince nessuno! Se non se stessi. In ogni situazione un piccolo aiuto de compagni avrebbe potuto contribuire a correggere o non commettere l’errore: fidatevi!

A certi livelli la televisione ed il web diffondono le immagini in ogni angolo del pianeta, spesso con l’intento di esporre i protagonisti al pubblico ludibrio; dal canto nostro anche questa volta cercheremo di dare spunti e suggerimenti per limitare o correggere percezioni errate, sempre nell’ambito delle regole. E’ necessario capire e sviluppare conoscenze e strategie efficaci per non disorientare il nostro sistema percettivo ed indurlo a cadere in errore. Bisogna acquisire le competenze sulle modalità di percezione del mondo esterno in considerazione degli strumenti a disposizione. Si deve essere in grado di percepire la realtà non solo da un punto di vista soggettivo, ma anche oggettivo, nella consapevolezza che tutto è relativo e non ha valore universale. L’obiettivo è crescere, superando se stessi, estendendo i propri limiti, modificando gli angoli di visuale su noi stessi e sugli altri, stimolando il cambiamento.

Clip 1 – Interferenza difensiva

Il tiro di 24bianco viene stoppato da 0blu in parabola ascendente e prima che la palla abbia toccato il tabellone; una violazione di interferenza viene sanzionata da parte dell’arbitro centro. Il fischio arriva in ritardo rispetto all’azione legale di 0blu. La segnalazione “forte” del centro spegne la corretta valutazione del coda che fa un cenno di assenso col capo, ad avallare la legalità della stoppata di 0blu. Nella palla morta seguente una comunicazione del coda verso il compagno potrebbe riparare all’errore, ma potrebbe mancare il coraggio di aiutare il compagno a correggere. La palla attribuita con la freccia di possesso alternato sarebbe andata alla squadra blu, ma il canestro inopinatamente convalidato sarebbe stato correttamente cancellato. Non sappiamo se l’allenatore blu nel breve colloquio con l’arbitro abbia richiesto la visione dell’IRS, comunque non previsto dal protocollo in questo momento della partita.

Clip 2 – Violazione di passi

A pochissimi secondi alla fine della partita, la squadra blu è sotto di 2 punti; 11blu salta per un tiro da 3 punti e 6giallo, anche se in ritardo, chiude col braccio sinistro lo spazio di tiro. 11blu per non prendere la stoppata lascia cadere la palla sul terreno di gioco. Avendo rilasciato il pallone dopo aver alzato il piede perno 11blu commette violazione di passi. L’arbitro coda in ottima posizione dopo aver alzato il braccio destro ad indicare il tentativo di tiro, perde la violazione di passi, poi si piega sulle gambe ed indica con entrambe le braccia un punto immaginario sul terreno. 11blu riprende la palla e scocca il possibile tiro per la vittoria che rimbalza sull’anello. Apprezzabile sullo sfondo l’arbitro centro che dopo aver segnalato anche lui il tentativo di tiro da 3 abbassa il braccio e probabilmente confortato dalla mimica “sicura” del compagno più vicino non fischia la violazione in aiuto, ribadendo poi un timido segnale sul successivo tentativo di tiro da 3. L’azione di 11blu non può essere considerata presa difettosa ed un eventuale tocco del pallone sulla gamba del difensore, comunque già uscita dalle mani dell’attaccante, non deve cambiare la valutazione sulla violazione commessa. Mancando il fischio, nessuna decisione può essere presa per correggere l’errore: e se il successivo tentativo di tiro fosse stato realizzato? Si poteva solo chiedere scusa!

Clip 3 – Fallo in attacco

2bianco in contropiede arriva nel cuore dell’area si arresta e tira; mentre la palla si adagia dolcemente nella retina l’arbitro guida fischia un fallo in attacco al 2bianco, reo di aver spinto il 6rosso. La grande enfasi messa nel fischio e nella segnalazione tolgono lucidità e concentrazione: basterebbe fermarsi un attimo per capire che nessuno ha capito! Il 6rosso è convinto che il fallo sia stato sanzionato contro di lui, salvo poi capire la realtà e defilarsi immediatamente insieme ai compagni vicini all’azione. Nessun aiuto arriva dagli altri due arbitri, magari spenti dalla “sicurezza” del segnale? Una breve analisi della giocata, da parte degli arbitri, o anche solo una domanda sul momento del contatto in relazione al tiro, avrebbe potuto accendere una lampadina per correggere il chiaro errore. Anche se probabilmente siamo davanti ad una situazione di “no call”, Il fallo fischiato al 2bianco non può essere cancellato, ma visto che il contatto avviene decisamente dopo il rilascio del pallone per il tiro i 2 punti dovevano essere convalidati. Il gioco doveva essere ripreso, dopo la registrazione del fallo e del canestro, con una rimessa dal fondo rossa per il canestro subito – squadra bianca non ha esaurito le penalità nel periodo, con 24” sul display.




Tecnico fantasma



33bianco e 9rosso lotttano per la posizione nel cuore del pitturato; arbitro centro e coda fischiano fallo al 9rosso; l’allenatore rosso protesta vivacemente arrivando fino al centro del tavolo, una volta riaccompagnato in panchina continua a protestare verso il tavolo. Quando il gioco sembra riprendere con i tiri liberi, l’arbitro coda si avvicina all’area della panchina rossa e con una serie di fischi attira l’attenzione dell’allenatore per poi fare il gesto di fallo tecnico. Il gioco riprende con i due tiri per il 33bianco.

Qualcuno guardando la clip si è domandato dove sia finito il tiro libero del fallo tecnico. Qualcuno più attento avrà notato che dopo la serie di “fischiettini” l’arbitro ha fatto un gesto con la mano ad indicare la prossima volta, e poi ha fatto il segnale di fallo tecnico.

Il contatto provocato dal 9rosso è decisamente di poca entità rispetto all’uso illegale del braccio da parte del 33bianco: se un fallo andava sanzionato questo doveva essere attribuito al 33bianco. La protesta dell’allenatore rosso anche se motivata non richiedeva tutta questa vivacità, ed essendo uscito dall’area della panchina era sicuramente meritevole di un fallo tecnico. Appare poco credibile e fuori dai canoni la procedura di richiamo adottata dall’arbitro coda. La palla è morta: è giusto attirare l’attenzione, ma con un solo fischio! Non bisogna fare gesti mentre si cammina, né mostrare il segnale di fallo tecnico se non si è effettivamente preso il provvedimento. Fare un richiamo dopo una situazione in cui sarebbe stato opportuno assegnare un fallo tecnico appare incoerente e poco credibile, anche dopo essersi resi conto di aver invertito la fischiata.




Un colpo di spugna!

Spesso è più facile cancellare tutto e ricominciare da capo piuttosto che cercare una soluzione che non si conosce. Qualcuno sorriderà nel vedere cosa è successo, ma ricordatevi che al loro posto domani potreste esserci voi!


Sul salto a 2 la palla, battuta ma non controllata da nessuna squadra, va fuori campo. Il tavolo erroneamente accende la freccia di PA per la squadra arancione; la freccia viene corretta (direzione attacco bianco) quando il primo giocatore arancione controlla la palla viva sul terreno. Il secondo quarto inizia con una rimessa di PA bianca. All’inizio del terzo quarto le squadre si schierano, entrambe, nella direzione sbagliata ed il gioco riprende con una rimessa di PA eseguita ancora dalla squadra bianca. Dopo qualche secondo l’allenatore arancione, che aveva diritto alla rimessa di PA, richiama con ampi gesti l’attenzione degli arbitri ed il gioco viene interrotto (09:49 – 13″). Dopo una lunghissima consultazione tra arbitri e tavolo si decide di cancellare tutto e ricominciare il terzo periodo come nulla fosse accaduto!

Gli arbitri hanno commesso tre gravi errori:
– Consegnare la palla alla squadra bianca
– Cancellare il tempo giocato
– Asegnare la rimessa alla squadra arancione

Nessuno è esente da responsabilità per l’errore, incluse le squadre che dovrebbero sapere in quale canestro attaccano ed a chi spetta il successivo possesso alternato, visto che la freccia è esposta al tavolo e visibile da tutti. Questa casistica è inserità all’interno delle interpretazioni FIBA da moltisimi anni, per cui non è poi così infrequente come qualcuno puo pensare.

Il gioco doveva riprendere, dopo lo scambio del verso di attacco tra le due squadre, con una rimessa bianca dalla linea laterale, in zona di attacco (posizionata a specchio) con 09:49 sul cronometro di gara e 13″ sul display (Int FIBA 9-6). La successiva rimessa di possesso alternato assegnata alla squadra arancione (Int FIBA 12-4).




Copa del Rey 2019 Final Game Real Madrid – Barcelona 93-94

44blu riceve la palla e parte in palleggio (probabilmente violazione di passi) si muove sotto canestro e rilascia il tiro, 3bianco stoppa la palla al tabellone con la mano sinistra mentre con la mano destra tocca il tabellone stesso. I’arbitro coda ed il centro fischiano violazione di interferenza bianca. Dopo aver rivisto l’Instant replay gli arbitri convalidano il canestro assegnando due punti alla squadra blu e fanno resettare il cronometro di gara a00:01.2 che non si è fermato al momento del fischio.

Questa non è una situazione di interferenza perchè la palla rilasciata per il tiro dal 44blu tocca l’anello ed è giocabile da un qualunque giocatore sul terreno di gioco. L’intervento del 3bianco è legale, il canestro doveva essere annullato ed il gioco riprendere con situazione di salto a due da amministrare con la freccia di possesso alternato che, sul tavolo degli ufficiali di campo, indica il verso di attacco bianco.